lunedì 22 ottobre 2012

Strani onnivori gli esseri umani

Etica, conpassione, empatia, rispetto, senso di giustizia, anche dopo milioni di anni, sembrano preclusi alla maggior parte degli umani.

Ma si potrebbe almeno ammettere la propria incapacità o non volontà a rinunciare al cibarsi di animali e derivati allo scopo esclusivo di compiacere il proprio palato, finendo di ripetere sempre il solito stereotipo sull' ONNIVOROCITA' DELL'ESSERE UMANO. Resta evidente che chi si barrica dietro questa affermazione, annientando in partenza ogni minimo approccio di natura etica alla questione, immagina anche di crearsi un alibi addirittura indistruttibile a giustificazione delle proprie azioni. Solo l'idea li terrorizza. Il piacere personale prima di tutto. Questa sembra essere la regola per una molteplicità di individui.

Chi si ritiene oggi fermamente un animale "onnivoro" sappia che se si è adatti anche a mangiare carne cruda, non dissanguata, non resa edibile dalla frollatura, non trattata con catena del freddo e non sottoposta ad analisi veterinarie ante e post mortem [vedi nota a piè di pagina], come avviene in natura, significa che si è anche immuni ed in grado di metabolizzare trichinella, salmonella, escherichia coli, toxoplasmosi, ptomaine (quali scatolo, indolo, putrescina, cadaverina, neurina), aldeide malonica, basi creatiniche, purine, ammoniaca, urea, acido urico, creatinina (anidride della creatina), acido ippurico e a tutti i parassiti e cariche batteriche presenti in essa, allo stato naturale (post mortem dell'animale). In questo caso andrebbe resa nota la notizia su scala mondiale e in tutte le testate medico scientifiche.

E poichè in questo caso saremmo gli unici "onnivori" mai apparsi sul pianeta ad avere:
  • insufficienza di acidi gastrici per disintegrare le proteine animali (10 volte meno di acido cloridrico rispetto ai reali onnivori); ad avere il sangue alcalino al 7.30-7.50, e non acido 6.0-7.0 (come nei reali onnivori);
  • gli unici esseri viventi autoproclamatesi "onnivori" ad essere PRIVI di enzima uricasi, atto a disgregare i 28 grammi di acidi urici regalati da ogni kg di proteine animali (rispetto ai reali onnivori che abbondano di tale enzima);
  • ad avere il latte materno con la stessa percentuale proteica della frutta (4-5%), e non del 15% come nel latte bovino;
  • gli unici nella storia del mondo ad esseri dotati di un sistema gastrointestinale oblungo, stretto, spugnoso, pieno di curve e di risalite, la peggior cosa possibile per un pasto carneo (rispetto ai reali onnivori che hanno un intestino corto, tozzo e liscio per una rapida digestione ed espulsione delle sostanze putrescenti);
  • gli unici ad avere un sistema immunitario che accoglie i pasti carnei come nemici invasori, con pesanti reazioni leucocitiche, come dimostrato da Kouchakoff;
  • gli unici dotati di mandibole mobili lateralmente, tipiche del frantumatore di frutta e di semi (rispetto ai reali onnivori le quali mandibole sono fisse, adatte a strappare le carni alle vittime). [1]

Mangiate dunque carni di animali appena uccisi per qualche tempo, invece di andare in macelleria, così come avviene in natura; masticate e strappate le carni con la vostra imponente ed aguzza dentatura. Fatelo fare anche ad un nutrizionista...

Stesso concetto per il pesce che, allo stato crudo, può essere contaminato da diversi microrganismi che provocano infezioni o tossinfezioni, come Listeria, Escherichia coli, Salmonella e sopratutto il rischio maggiore per chi consuma pesce crudo è rappresentato dall'Anisakis, che causa parassitosi acuta. Dal punto di vista delle conservazione, se conservato appunto con temperature e/o in ambienti non adeguati, il rischio è quello di avvelenamenti da istamina.
In relazione a tutto ciò il pesce PER ESSERE MANGIATO CRUDO E PER RENDERLO COMMESTIBILE ALL'ESSERE UMANO, deve essere sottoposto a congelamento preventivo (tramite "abbattitore") prima della somministrazione, ovvero sottoposto a 96 ore a -15° C, o 60 ore a -20° C, o 12 ore a –30° C, o 9 ore a -40° C. E ciò è imposto anche da una circolare del ministero di sanità del 1992, ancora in vigore.

Questi fatti sono universali e non accidentali.
L'uomo appartiene fisiologicamente alla categoria dei frugivori.
L'uomo manifesta la sua "onnivorocità innaturale" solo previo dissanguamento, frollatura, conservazione, lavorazione, e soprattutto previa COTTURA degli animali che mangia. L'organismo umano non è progettato per riprodurre quanto avviene in natura tra i reali carnivori ed onnivori.

Ma abbiamo da sempre mangiato animali?
Quando nel Pleistocene, circa qualche milione di anni fa, le foreste, diventate gradualmente inospitali a causa di cambiamenti climatici, si trasformano in savane e i nostri progenitori, sprovvisti di qualunque arma naturale, adatta ad inseguire, a dilaniare e a mangiare la durissima carne cruda della preda, per sopravvivere, si adattarono a mangiare anche la carne, vivendo in questa fase di sciacallaggio, cioè dei resti degli animali predatori. 
 La caccia sistematica, resa possibile dapprima con la realizzazione delle prime armi inastate da attacco, poi da rudimentali archi e frecce, ed in concomitanza con i primi usi del fuoco da parte dell'Homo Erectus, può essere ricondotta ad almeno 300.000-500.000 anni fa [Hominid Use of Fire in the Lower and Middle Pleistocene: A Review of the Evidence. James, Steven R.]; il processo di antropogenesi (processo nel quale la famiglia Hominidae si è evoluta da un progenitore comune allo scimpanzé) ebbe origine circa 5-6 milioni di anni. Fu 2,3 - 2,4 milioni di anni fa che il genere Homo si differenziò dall' Australopithecus. Resta evidente che, di gran lunga, per la gran parte dell'intera sua scala temporale evolutiva, il genere Homo si alimentò esclusivamente come la natura per lui prescrisse, ovvero di animale fruttariano raccoglitore. E' solo grazie quindi ad uno sviluppo delle capacità cognitive-intellettive, maturatesi "molto tardivamente" rispetto alla sua scala temporale evolutiva, che egli riesce ad ottenere armi atte a sopperire le proprie naturali incapacità fisico-strutturali tipiche di ogni predatore sul pianeta. E altresì chiaro che se la natura lo avesse paradossalmente "creato" dipendente ed abile al consumo carneo, la sua estinsione sarebbe sopraggiunta molto, ma molto prima, dell'aver sviluppato capacità intellettive che gli consentissero la costruzione di armi che la stessa natura invece mai gli fornì.

L'uomo attuale, strettamente imparentato con gorilla, scimpanzé, gibboni e urang- tang, appartiene alla classe dei mammiferi, all'ordine dei primati, alla famiglia degli ominidi, al genere homo, alla specie homo sapiens ed ha con questi in comune il 98% circa del patrimonio genetico. E' anatomicamente strutturato come questi avendo, infatti, due mani e due piedi, niente coda, occhi che guardano in avanti, ghiandole mammarie sul petto, milioni di pori sudoripari nella pelle, pollice della mano opponibile, adatto a raccogliere semi e frutti, apparato masticatorio come il nostro, canini poco sviluppati, grandi molari smussati, adatti a triturare cibi duri e, quindi, notevole spessore dello smalto, forma dei denti con cuspidi arrotondati, incisivi ben sviluppati, adatti a tagliare i frutti e i vegetali, inoltre ghiandole salivari ben sviluppate come le nostre, saliva ed urina alcalina, lingua liscia, stomaco con duodeno, l'intestino (lungo 12 volte la lunghezza del tronco) è sacculato, cioè a zone che servono alla fermentazione degli alimenti vegetali, la placenta è discoidale, il colon convoluto. Struttura anatomica generale praticamente identica alla nostra. Il fatto che questi nostri parenti siano vegetariani indica chiaramente che l'essere umano non sia stato strutturato dalla natura a mangiare la carne, e che non è, come alcuni sostengono, un animale onnivoro. L'animale onnivoro, infatti, ha 4 zampe, coda, occhi che guardano di lato, mammelle sull'addome, incisivi assai sviluppati, molari possenti, formula dentale differente dalla nostra, saliva ed urina acida, fondo dello stomaco arrotondato, canale intestinale 8 volte la lunghezza del tronco, placenta non caduca. Anche se l'essere umano, per la propria sopravvivenza nel corso della storia, si è abituato a mangiare di tutto (con le conseguenze relative), questo non vuol dire che sia predisposto ad essere onnivoro: lo è diventato per sopravvivenza, per abitudine, per tradizione, vinto dal gusto della carne cotta

Fonte: http://laverabestia.org/read_post.php?id=1113&user=18

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